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Convegno 2007

PLURALITÀ DI LINGUAGGI E CAMMINO DI FEDE

Torre Annunziata, 23-25 settembre 2007

 

 

 

La problematica del linguaggio in rapporto alla catechesi

Le questioni relative al linguaggio sono al cuore della catechesi. Essa infatti si comprende a servizio della Parola, per prolungarne la forza e l’appello nel nostro tempo e nelle concrete situazioni di vita, e allo stesso tempo a servizio del cammino di ogni uomo perché, nell’interazione con la Parola e in una comunità di credenti, ciascuno si comprenda e progetti la sua vita nell’orizzonte della fede.

Questa dinamica o quest’opera di mediazione della catechesi ha il tono di una peculiare esperienza comunicativa e comporta una serie di compiti che hanno a che fare col linguaggio. L’attuale contesto culturale sembra stimolare una ricomprensione di questi compiti e ci invita a riproporci alcune domande. Ad es.: come rendere parlanti i linguaggi propri della fede (il linguaggio biblico, liturgico, della tradizione teologica e spirituale, del magistero…)? Come valorizzare i linguaggi propri del nostro tempo (i linguaggi dei media, i cosiddetti nuovi linguaggi, il parlare semplice e quotidiano della gente)?

Ma c’è di più: la questione del linguaggio non è solo questione di strumenti da valorizzare, né solo di rivestimento esterno della proposta cristiana. È, più radicalmente, questione che tocca le dinamiche profonde della comunicazione, delle relazioni, della possibilità stessa di comprendersi e di comprendere la Parola di Dio. Il linguaggio è in realtà il mondo che viviamo: viviamo nel linguaggio; per dirlo con una formula heideggeriana: il linguaggio è la casa dell’essere. Gli interrogativi si allargano: come favorire un’azione catechistica più situata nei luoghi di vita delle persone, nei diversi luoghi linguistici, nei luoghi dell’elaborazione del senso? Come assumere le esigenze poste dai processi linguistici in rapporto al cammino di fede? E cosa vuol dire camminare nella fede abitando il linguaggio e i diversi linguaggi? E ancora: come abitare la Parola o un linguaggio radicato nella Parola?

Le direzioni di ricerca del Convegno

La problematica è ampia e complessa. Il nostro Convegno, pur attento all’ampiezza delle questioni in gioco e senza semplificarne la complessità, si ritaglia degli obiettivi e un itinerario. Lo facciamo ispirandoci al n. 208 del Direttorio Generale della Catechesi, dove si tocca il tema del linguaggio nel quadro di una catechesi pensata nell’attuale contesto socio-culturale e quindi nella prospettiva dell’inculturazione della fede:

”L’inculturazione della fede per certi aspetti è opera di linguaggio. Questo importa che la catechesi rispetti e valorizzi il linguaggio proprio del messaggio, anzitutto quello biblico, ma anche quello storico-tradizionale della Chiesa (Simbolo, liturgia) e il cosiddetto linguaggio dottrinale (formule dogmatiche); ancora, è necessario che la catechesi entri in comunicazione con forme e termini propri della cultura della persona cui si rivolge; infine, occorre che la catechesi stimoli nuove espressioni del Vangelo nella cultura in cui questo è stato impiantato.

Nel processo di inculturazione del Vangelo la catechesi non deve temere di usare formule tradizionali e termini tecnici della fede, ma darne il significato e mostrarne la rilevanza esistenziale; e d’altra parte è dovere della catechesi « trovare un linguaggio adatto ai fanciulli e ai giovani del nostro tempo in generale, come a numerose altre categorie di persone: linguaggio per gli intellettuali, per gli uomini di scienza; linguaggi per gli analfabeti o per le persone di cultura elementare; linguaggio per handicappati, ecc. » (CT 59)”.

Tenendo questo testo come riferimento, possiamo evidenziare tre domande di base, che indicano tre direzioni di ricerca del nostro Convegno, da pensare strettamente connesse tra loro:

1. Come valorizzare oggi i linguaggi tradizionali della fede?

2. Come aprirci ai nuovi linguaggi?

3. Come stimolare nuove espressioni del Vangelo e cammini di fede nei luoghi (fisici, culturali, esistenziali) delle persone?

L’itinerario

L’itinerario del Convegno passa attraverso tre snodi:

1. La problematica

La relazione di Bruno Schettini ci metterà davanti, in ottica educativa, i problemi e le sfide che ci giungono dall’attuale contesto culturale. Tale contesto ci provoca a ragionare in termini di pluralità di linguaggi ma ci provoca anche a ripensare più profondamente la questione del linguaggio (il singolare vuole esprimere qui il superamento dell’ottica strumentale dell’utilizzazione dei linguaggi e aprirci alle questioni di fondo del linguaggio). Il dibattito successivo offrirà la possibilità di riprendere i diversi aspetti della problematica e orienterà evidentemente verso una ricomprensione delle sfide in ottica più propriamente catechetica. L’intervento di Ugo Lorenzi puntualizzerà i termini della problematica e la rilancerà in ottica catechetica.

2. Le esperienze

Gli interventi su: Il linguaggio multimediale (un rappresentante di Creativ), L’autobiografia (Sandro Ramirez e l’équipe dell’Istituto Pastorale Pugliese) e La relazione d’aiuto (Ezio Risatti), ci faranno accostare tre tra le tante esperienze che sono in atto nella prassi attuale. Pur diverse l’una dall’altra, esse cercano, ciascuna a suo modo, di mediare un cammino di maturazione umana e di fede, secondo uno specifico linguaggio e delle specifiche modalità. Non accosteremo semplicemente tre racconti di esperienze, né sarà possibile in poco tempo (20-30 minuti) conoscere in modo ampio ogni singola esperienza. Si tratta di individuare in ciascuna proposta gli elementi essenziali in rapporto agli obiettivi del nostro convegno; si tratta, direi, di cogliere il paradigma linguistico: quale valorizzazione dei linguaggi (tradizionali e nuovi)? Quali i criteri fondamentali della mediazione tra cammini personali e proposta di fede? In che modo l’esperienza delle persone diventa luogo ermeneutico di comprensione della proposta cristiana?

3. Il lavoro di ricerca

Il lavoro proseguirà attraverso la valorizzazione dell’apporto di ciascuno dei partecipanti e, in modo particolare, attraverso il lavoro dei tre laboratori. Ciascun laboratorio interviene sul tema da un’angolatura diversa o tenendo viva una specifica attenzione:

  • l’attenzione alla persona e ai suoi processi di maturazione di fede
  • l’attenzione alle modalità del proporre
  • l’attenzione al luogo e al suo significato ecclesiale

Le tre attenzioni saranno richiamate dai tre animatori dei laboratori (Carlo Lavermicocca, Luca Pandolfi e Giancarla Barbon). Ciascun animatore terrà vivo lo specifico suo punto di vista anche nel corso dei dibattiti assembleari, intervenendo quando lo riterrà opportuno.

La conclusione, affidata ad Antonio Napolioni, raccoglierà gli elementi più significativi emersi nel Convegno e ci aprirà prospettive di ulteriore cammino.

Lo stile di lavoro e il più ampio cammino dell’AICa

Il nostro lavoro vuole caratterizzarsi per un clima di libero confronto e di ricerca. Il Convegno vuol essere anche un’occasione di incontro fraterno tra di noi e di reciproco sostegno nella ricerca catechetica in cui ciascuno è impegnato; nell’ottica anche di tener viva la ricerca catechetica in Italia. Sarà anche sicuramente un’esperienza di ricerca-confronto nella fede. A questo proposito sentiamo come parte integrante del Convegno i momenti liturgici, animati da Rosangela Siboldi e dalle suore dell’Auxilium: tali momenti situano il nostro parlare, studiare e ricercare nel Parlare di Dio.

Va sottolineato poi che questo nostro lavoro su Pluralità di linguaggi e cammino di fede si situa nel cammino che l’AICa in questo tempo sta facendo. Due iniziative vanno particolarmente ricordate: il Convegno del settembre 2006 a Lecceto (Firenze) e il seminario dei giovani catecheti nel marzo 2007 in Puglia. Il Convegno del 2006 (sul tema La catechesi: eco della Parola e interprete di speranza. La questione ermeneutica e il suo significato per l’educazione alla fede), affrontando la questione ermeneutica, ci ha dato l’orizzonte più ampio (antropologico e teologico) della problematica sul linguaggio e costituisce quindi una buona base per il lavoro di quest’anno. Il seminario del 2007 (sul tema Dove si situa la catechesi? I contesti ecclesiali, culturali e umani dell’azione catechistica) ci ha aiutati, nel confronto anche con le sollecitazioni provenienti dal Convegno Ecclesiale di Verona, a pensare la catechesi più situata non solo nel contesto ecclesiale-pastorale ma anche nei luoghi di vita delle persone. Abbiamo avvertito come la questione dei luoghi sia immediatamente legata a quella dei linguaggi.


Atti del Convegno

È possibile ordinare una copia cartacea degli Atti scrivendo alla segreteria. Di seguito è possibile leggerne un Abstract, oltre che scaricare in formato PDF i materiali del convegno.

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“Pluralità di linguaggi e cammino di fede” raccoglie le riflessioni maturate dentro e intorno al Convegno nazionale dell’Associazione Italiana Catecheti (AICa), tenutosi a Torre Annunziata (NA) nel settembre 2007. II volume, però, non comprende soltanto il lavoro dei Convegno, ma anche altri contributi di alcuni soci AICa ispirati al tema congressuale.

Il tema del linguaggio religioso cristiano occupa ormai da qualche decennio una parte significativa del dibattito teologico-pastorale, specialmente da quando, nell’ormai lontano 1973, l’autorevole rivista Concilium ne segnalava a chiare lettere la crisi. Da allora è stato tutto un “crescendo” sia di denunce delle difficoltà sperimentate da chi voglia, oggi, parlare del Dio di Gesù Cristo all’uomo contemporaneo, sia di ricerche volte al loro superamento. Così, nel susseguirsi degli anni, diversi temi riconducibili al vasto ambito della comunicazione linguistica della fede sono stati presi in considerazione a più riprese: la natura e i caratteri del linguaggio religioso, la sua dimensione simbolica e performativa, la narratività, l’autobiografia, ed altri ancora.

II presente testo si inserisce precisamente in questo filone di indagini, intendendo offrire il suo contributo all’approfondimento di studi che risultano ben lungi dall’essere completi ed esaustivi.

Giuseppe Biancardi, curatore del volume, sacerdote salesiano, membro del Centro Evangelizzazione e Catechesi “Don Bosco” presso l’editrice Elledici, dirige la rivista Catechesi ed insegna Storia della catechesi presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma, e Catechetica fondamentale presso la Sezione Torinese della Facoltà Teologica della medesima Università.

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Materiali e Contributi

Seminario 2007

DOVE SI SITUA LA CATECHESI? I contesti ecclesiali, culturali e umani della catechesi Montalbano (Br), 1-2 marzo 2007 * * * Insieme al Convegno Annuale, nel 2007 fu celebrato anche un Seminario di Studi in Puglia. Di seguito pubblichiamo in PDF i contributi presentati. Vincenzo Annicchiarico, La catechesi ed i contesti culturali e pastorali a …